Acqua e falsi miti

Acqua e falsi miti

Tutto quello che c’è da sapere sui falsi miti più diffusi in tema acqua

Ci capita spesso di sentire o leggere idee e dichiarazioni sbagliate nell’ambito del trattamento acque. Ecco perché abbiamo deciso di raccogliere in questo articolo 10 falsi miti ricorrenti (e a volte pericolosi) e spiegarli.

Acqua e falsi miti

1 – L’acqua dura fa venire i calcoli

Invece no, è una falsa convinzione. Probabilmente uno dei falsi miti più diffusi in tema acqua. La concentrazione di calcio presente nell’acqua potabile di casa infatti non provoca un aumento di calcoli renali. Non ci sono evidenze scientifiche che giustifichino l’uso di acque leggere o moderatamente oligominerali al posto dell’acqua del rubinetto.

2 – Il depuratore d’acqua

Il depuratore d’acqua non esiste. Come abbiamo spiegato nel precedente articolo sulla differenza tra addolcitore e depuratore, molti utilizzano indistintamente il termine depuratore, ma ogni sistema di trattamento dell’acqua ha un suo scopo: l’addolcitore addolcisce, l’erogatore eroga acqua filtrata, naturale, fresca e frizzante, l’ultrafiltrazione ha un grado molto elevato di filtrazione, il filtro standard filtra grossolanamente, l’osmosi inversa filtra indistintamente tutto ciò che è presente nell’acqua.

3 – L’osmosi inversa è il sistema migliore

Non proprio, non è la risoluzione a tutti i mali, anzi. L’osmosi inversa è un sistema molto più invasivo di altri, che prevede lo scarto di una parte di acqua per l’eliminazione degli inquinanti (dal 30% al 60% dell’acqua trattata) e se non è previsto un reintegro rimuove anche i sali minerali, essenziali invece per la salute. Questo tipo di impianto quindi, se non in situazioni particolari, non è necessario. Ce ne sono di meno invasivi con i quali si ottiene un’acqua buona e sicura, come ad esempio l’ultrafiltrazione.

4 – L’acqua dell’addolcitore non si può bere

Sbagliato. Anche questo è un falso mito molto diffuso. Se potabile in partenza l’acqua dell’addolcitore si può bere. Questo sistema di trattamento infatti, se opportunamente tarato, non va ad incidere sulla potabilità dell’acqua, ma solo sui sali incrostanti presenti al suo interno, sostituendo il calcio con il sodio presente nelle resine di scambio. Perciò se l’acqua in ingresso è potabile, in uscita rimane tale, così come se l’acqua in ingresso non è potabile, in uscita rimane tale.

Acqua e falsi miti

5 – L’acqua in bottiglia è più sicura dell’acqua del rubinetto

Che sia in bottiglia o del rubinetto, l’acqua viene sempre tenuta sotto controllo per garantire al consumatore l’assenza di rischi. I gestori dei servizi idrici, ad esempio, siccome devono garantire la potabilità dell’acqua fino all’allacciamento con l’impianto domestico, effettuano continue analisi sui campioni prelevati in diversi punti della rete, rendendo pubblici i risultati. Alto Trevigiano Servizi, per esempio, pubblica tutti i dati per ogni zona gestita nel sito www.altotrevigianoservizi.it.

6 – Per rendere sicura l’acqua del rubinetto devo avere un sistema di trattamento

Come detto al punto precedente, l’acqua del rubinetto che proviene dall’acquedotto è sicura. E allora perché si vendono sistemi di trattamento di ogni tipo? ti starai chiedendo. Perché un’acqua potabile non è necessariamente anche buona e il concetto di acqua buona è soggettivo. I dati ISTAT parlano chiaro: almeno un italiano su quattro non beve l’acqua di casa perché odore, sapore e limpidezza non lo soddisfano.

Sapevi che l’Italia è campione europeo, e nei primi tre posti mondiali, per il consumo di acque minerali e confezionate in bottiglia? Ti spieghiamo tutto in questo articolo dedicato al perché filtrare l’acqua anche se è già potabile.

Perché filtrare l’acqua se è già potabile?

7 – Perché l’acqua sia buona deve essere completamente priva di sostanze chimiche

Nell’acqua sono disciolte molte sostanze chimiche utili per il nostro organismo e la nostra salute. Eliminare queste sostanze potrebbe essere addirittura dannoso. I sali minerali contenuti nell’acqua sono essenziali per la salute, così come altri elementi nutrizionali presenti nell’acqua. Rimuovere indistintamente tutte queste sostanze non porta alcun beneficio.

Quando ti viene proposto un sistema di trattamento dell’acqua, il nostro consiglio è quello di raccogliere più informazioni possibili per accertarti di quale tipo di azione svolge sull’acqua che andrai poi a bere. Sincerandoti che sia conforme a quanto riportato nel DM 25/2012 e nelle sue linee guida, un decreto pensato per tutelare i consumatori, e senza lasciarti abbindolare da fantomatici sistemi che forniscono all’acqua proprietà per la prevenzione e la cura di alcune malattie.

8 – L’acqua dell’acquedotto contiene cloro e il cloro fa male

Il cloro viene utilizzato negli acquedotti per disinfettare l’acqua e renderla microbiologicamente sicura, e come ogni sostanza presente nell’acqua fornita all’utente dall’acquedotto, anche la concentrazione di cloro deve rientrare in determinati parametri definiti per legge. Questo parametro non può superare i 0.2 mg/L, una soglia che non rende pericolosa la presenza del cloro nell’acqua.

Per alcune persone però il gusto e l’odore che questa sostanza rilascia all’acqua è intollerabile, per questo è possibile ricorrere a dei sistemi di filtrazione di vario tipo che eliminano i residui e rendono l’acqua più buona.

9 – È solo marketing, non sono necessari filtri o trattamenti, l’acqua del rubinetto è già buona così

Come detto qualche punto più in su, l’acqua di acquedotto è controllata costantemente, ma il concetto di acqua buona è soggettivo. Quindi per alcune persone sapore o odore di cloro o altre impurità presenti nelle tubature domestiche, dove il gestore della rete non può garantire, rendono l’acqua imbevibile e questi sistemi possono migliorare la sua qualità organolettica. Inoltre, nel caso in cui ci si approvvigioni con l’acqua di pozzo, un sistema di filtrazione adeguato abbinato alle analisi periodiche a carico del proprietario di casa, scongiura ogni tipo di possibile contaminazione.

Dal punto di vista del marketing poi è doveroso precisare che ci sono delle severe normative in materia. Il DM 25/2012 infatti detta le linee guida anche dal punto di vista della comunicazione a tutela del consumatore, impedendo al produttore di dichiarare il falso per scopi commerciali.

10 – Nei filtri a carbone possono proliferare batteri e non servono per i metalli

Non è del tutto vero. I filtri a carbone hanno varie dimensioni dei pori sulla superficie filtrante. Di conseguenza le impurità bloccate dipendono dalla tipologia di filtro a carbone che si utilizza. Il nostro consiglio è quello di informarsi sulle dimensioni dei pori e su ciò che garantisce il produttore.

Per quanto riguarda la proliferazione di batteri, invece, i filtri spesso vengono dotati di ioni argento proprio per far fronte a questa problematica, poiché se presenti hanno una funzione antibatterica.

Conclusioni

Ecco qui i 10 falsi miti più diffusi in materia di acqua e trattamento acque domestiche. Il nostro consiglio quando sorge un dubbio, un problema o una necessità riguardante l’acqua di casa rimane sempre quello di informarsi, valutare e decidere, attraverso fonti autorevoli ed affidandosi a professionisti esperti e specializzati, per non incappare in situazioni spiacevoli dovute alla disinformazione, che nel nostro settore purtroppo è ricorrente.

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